I segnali calmanti o comportamenti di pacificazione


In tutte le specie sociali la comunicazione attraverso i rituali assume un ruolo determinante. La ritualizzazione di alcuni comportamenti permette una serie di vantaggi al singolo individuo ed al gruppo, come per esempio la risoluzione pacifica dei conflitti e la possibilità di raggiungere un obiettivo con il massimo rendimento impiegando il minimo sforzo. Se ogni situazione quotidiana portasse ad uno scontro fisico, alla fine i cani finirebbero per esaurire le loro energie e spenderebbero troppo tempo per curarsi le ferite e per guarire, mettendo a rischio inevitabilmente la sopravvivenza in primo luogo del singolo individuo, ma anche quella della specie intera.
Che cosa è un rituale? La parola rituale deriva dal latino rutalis che significa cerimonia, usanza. Il rituale è un comportamento o una sequenza di comportamenti che in ambito comunicativo hanno perso la loro funzione originaria, per acquisire nel tempo un significato diverso da quello strettamente funzionale. Si presentano come delle semplificazioni, delle esagerazioni, delle formalizzazioni di movimenti che normalmente compaiono in sequenze ripetute ritmicamente.

Nella comunicazione canina possiamo osservare dei comportamenti ritualizzati molto interessanti: i cosiddetti segnali calmanti o comportamenti di pacificazione. Sono moduli comportamentali che vengono utilizzati dal cane per:

1. inibire l’aggressività di uno o più interlocutori durante gli incontri ravvicinati fra cani
2. segnalare esibendo i segnali calmanti di essere in evidente stato di stress. e che ciò dipende dalla situazione che sta vivendo in quel momento.


Questi comportamenti di pacificazione erano originariamente comportamenti infantili, ovvero quelli che osserveremmo nei cuccioli durante l’interazione con gli adulti, che in ambito comunicativo sono stati evolutivamente ritualizzati dai cani adulti in messaggi il cui contenuto è inferiorità, sottomissione, amichevolezza e in parte paura.

Si tratta di comportamenti in parte innati, in quanto ogni cucciolo è in grado di esibirli durante l’interazione con altri cani, ma in età adulta la capacità di utilizzarli in modo competente e consapevole, e di essere in grado di saperli riconoscere negli altri cani, dipende certamente dall’esperienza che ogni cane matura nella sua crescita. Quindi ancora una volta è importante che ogni cane, durante il suo sviluppo, abbia l’opportunità di socializzare con i suoi simili per diventare
più competente nell’utilizzo di questi specifici segnali comunicativi che, come abbiamo detto, sono fondamentali per la risoluzione pacifica dei conflitti. E’ stato ampiamente osservato che i cuccioli iniziano a utilizzare i comportamenti di pacificazione già a partire dalla sesta settimana di vita, momento in cui i piccoli hanno le prime interazioni con gli adulti ed hanno quindi la necessità di appagarli e tranquillizzarli.

I segnali calmanti sono numerosi e alcuni di essi sono difficili da individuare da un osservatore umano non esperto. Vediamo insieme qualche esempio per imparare a prendere familiarità con questi segnali comunicativi che i cani utilizzano frequentemente anche nel dialogo non verbale con noi partner umani. Se imparassimo infatti a approfondire questi aspetti comunicativi dei nostri compagni cani, diventando attenti lettori, riusciremmo anche nella vita quotidiana a migliorare la qualità della relazione. Ogni relazione non a caso si basa su una buona comunicazione, e quando c’è dialogo, c’è equilibrio nel rapporto. Un cane che viene capito è un cane felice!

Avvicinamento non diretto

Sappiamo che quando l’avvicinamento tra due cani avviene frontalmente, i due cani si stanno sfidando. Per questa ragione l’approccio non frontale, ma laterale, è amichevole ed ha un significato calmante. Due cani che si vogliono conoscere, ma che non hanno intenzioni minacciose, procedono l’uno verso l’altro percorrendo un’ideale traiettoria curvilinea che alla fine di essa porta ogni cane ad approcciare l’altro lateralmente. Per evitare che la comunicazione venga influenzata in modo sbagliato dai proprietari durante la conduzione al guinzaglio, consiglio di osservare attentamente i cani e di seguire i movimenti laterali che essi compiono nell'avvicinamento reciproco, avendo l’accortezza di tenere il guinzaglio non teso e soprattutto di evitare che i due guinzagli di intreccino durante i movimenti. Quando due cani sconosciuti fanno conoscenza sono ovviamente tesi. Se per errore dovessero trovarsi legati stretti l’uno all'altro, ciò provocherebbe in essi una naturale risposta di difesa e quindi finirebbero per litigare. Per questa ragione i cani al guinzaglio dovranno sentirsi liberi di compiere tutti i movimenti previsti dal rituale di avvicinamento pacifico.

Muoversi lentamente

Quando due cani si incontrano per la prima volta, non si conoscono e la situazione è ovviamente di tensione. Nella fase iniziale di conoscenza, entrambi i cani tendono a muoversi molto lentamente.
La lentezza dei movimenti è prudenza, perché ognuno dei due cani è attento a cogliere nell’atteggiamento dell’altro cane informazioni utili per capire le sue intenzioni, concentrandosi al contempo sui propri movimenti allo scopo che questi siano chiari al suo interlocutore. Anche in
questo caso è opportuno che i proprietari abbiano cura di non forzare l’interazione fra i due cani, accelerando l’incontro o peggio ancora forzando l’avvicinamento. Procedendo lentamente i due cani prendono tempo per essere chiari nelle intenzioni pacifiche. In questo modo inoltre entrano
lentamente nelle quattro zone interpersonali dell’altro: zona aperta o pubblica, zona sociale, zona individuale e zona intima.
Osservando due cani che si avvicinano lentamente l’uno all’altro per conoscersi, dovremmo imparare ad approcciare allo stesso modo un cane che vogliamo conoscere. Quasi sempre invece siamo vittime della fretta di toccare e quindi violiamo la zona intima del cane, senza prima aver
chiarito le nostre intenzioni pacifiche e senza aver dato il tempo al cane di capire il nostro intento lasciandolo libero di scegliere se vuole o meno interagire con noi.

Ridurre le dimensioni

Tutti abbiamo in mente la tipica scena di un documentario di animali in cui due maschi si fronteggiano nel periodo riproduttivo per conquistare la femmina. Di qualsiasi specie si tratti, entrambi cercano di sembrare sempre più grandi e più grossi, sollevandosi, alzandosi sui posteriori, alzando il pelo sulla schiena, aprendo le ali ecc. Lo scopo è intimidire e minacciare l’avversario, facendo sfoggio della propria forza e delle proprie potenzialità fisiche.
Ebbene, se un cane nell’approccio con un altro cane volesse mostrarsi amichevole e per nulla minaccioso, tenderà a mostrarsi dimensionalmente più piccolo. Per questa ragione terrà una postura abbassata, accucciandosi o mettendosi a terra. E’ ciò che vediamo fare dai cuccioli nell’interazione di sottomissione con i cani adulti. Anche in questo caso sono i cani ad indicarci come iniziare un approccio corretto con loro. Da bipedi abbiamo a nostro sfavore il fatto di essere più alti rispetto ai cani. Per questa ragione negli approcci diretti con un cane veniamo percepiti
come più grandi e il messaggio che mandiamo potrebbe essere interpretato come minaccioso. Per questo motivo sarebbe indicato scegliere di abbassarci sulle gambe, accovacciandoci, proprio per chiarire al cane che abbiamo intenzioni amichevoli e per nulla aggressive.

Distogliere lo sguardo

Sappiamo bene che uno sguardo diretto ha un significato di sicurezza. Nelle interazioni con le altre persone chi parla guardando negli occhi viene considerato un soggetto sicuro e determinato.
Conosciamo altrettanto bene quella sensazione di disagio che proviamo quando qualcuno ci guarda in modo insistente, perché quel modo di guardare lo interpretiamo inconsciamente in modo corretto come minaccioso. Nel linguaggio canino lo sguardo fisso ha il medesimo significato, ovvero è collegato alla minaccia e all’aggressività. Pertanto chi ha invece intenzioni pacifiche e amichevoli, cercherà un approccio totalmente diverso e proverà in ogni modo di non sostenere lo sguardo dell’altro. I cani distolgono lo sguardo in modi diversi. Può essere un leggero spostamento della direzione dello sguardo o può avvenire attraverso lo sbattere ripetuto delle palpebre. In altri casi invece in cui un cane abbia la necessità che questo messaggio calmante sia chiaro all’altro, sceglierà un segnale più evidente ed allora volterà tutto il muso lateralmente.
Possiamo anche in questo caso utilizzare questo segnale per approcciare correttamente i cani che non conosciamo. Non li guarderemo direttamente negli occhi sostenendo lo sguardo, scegliendo così un approccio pacifico.

Sbadigliare

Sicuramente un cane stanco o annoiato sbadiglia, ma in ambito comunicativo lo sbadiglio può assumere il significato di segnale calmante. Infatti sbadigliare significa anche stress, soprattutto se il cane che sbadiglia inizia a farlo ripetutamente in un contesto in cui si trova ad interagire con uno o più cani. I cani utilizzano lo sbadiglio anche nell’interazione con noi, quando ad esempio li sgridiamo o insistiamo in una richiesta che loro non capiscono.

Leccare o leccarsi le labbra

Questo segnale calmante si propone come un rapido movimento della lingua su labbra e naso, tanto veloce che a volte per noi risulta difficile da percepire. Questo segnale può presentarsi quando i due cani sono a distanza, e in questo caso il cane che segnala le intenzioni amichevoli si

leccherà le labbra e il naso. Se invece i due cani hanno già iniziato un’interazione e hanno avuto un contatto fisico, il cane che vuole pacificare inizierà a leccare le labbra dell’altro.

Grattarsi

Se durante un’interazione tra due cani uno dei due comincia a grattarsi, mette in atto un comportamento di sostituzione il cui scopo comunicativo è quello di distrarre il suo interlocutore perché l’atmosfera dell’interazione è tesa. Fingendo infatti totale indifferenza per ciò che sta accadendo, il cane che si gratta sdrammatizza in modo efficace la situazione.

Inchino giocoso

Siamo abituati a vedere il cane accucciarsi sulle zampe anteriori stendendo quelle posteriori e tenendo alti coda e posteriore insieme, all’inizio di una sessione di gioco. Questo segnale infatti viene tipicamente utilizzato nei contesti ludici. Esso però è anche un segnale calmante e viene

utilizzato dai cani per interrompere la tensione durante l’incontro ravvicinato con altri cani in un contesto più serio. Viene utilizzato come una pausa, una punteggiatura che ha lo scopo di comunicare che tutte le azioni che seguono quell’inchino non devono essere prese troppo seriamente.

Dott.ssa Emmanuela Diana
Dottore Magistrale in Scienze Biologiche Spec. Biologia Animale
Consulente Etologa Zooantropologa di Etologia Consapevole®
Fondatrice del metodo Etologia Consapevole®
Pubblicato anche su https://www.vitadacani.org/